All’epoca dell’antica Roma, le case erano costruite molto bene, soprattutto quelle delle famiglie ricche. Per i poveri invece, l’appartamento era simbolo di semplicità e di mancanza di ricchezza. Conosciuto come insulae, esso conteneva massimo due stanze, utilizzate esclusivamente per dormire. I poveri lavoravano sempre, utilizzavano i bagni pubblici in quanto i loro appartamenti non avevano l’acqua corrente e mangiavano spesso nelle locande locali, poiché non era sicuro cucinare all’interno degli appartamenti.
Al contrario, le case delle famiglie ricche erano diverse, con un piano costruito intorno ad una sala centrale conosciuta come atrio. Le stanze si affacciavano sull’atrio, il quale era aperto e quindi esposto alle intemperie. Spesso, era presente un trogolo per raccogliere l’acqua piovana.
Un ulteriore spazio aperto era il peristilio, una zona che comprendeva un giardino e camere che si aprivano su di esso. In queste case, i giardini avevano la funzione di punti d’incontro e venivano appositamente progettati per creare ombra e comfort, ma soprattutto per ripararsi nelle calde giornate assolate.
Le decorazioni delle stanze principali avevano pareti in gesso colorato e, occasionalmente, pavimenti con mosaici. Chi li possedeva faceva sfoggio della sua ricchezza, in quanto gli artigiani che li producevano erano molto cari. Anche se la spettacolarità dei mosaici rendeva lussuosa la casa di un ricco romano, i mobili erano il vero simbolo fondamentale. Più comuni di sedie e divani reclinabili erano gli sgabelli. I letti erano concepiti in modo semplice: molle fornite da cinghie di cuoio che incrociavano il telaio del letto.
A differenza degli appartamenti destinati ai poveri, le case dei ricchi possedevano condotte d’acqua, la quale venivano portata attraverso dei tubi di piombo. Era prevista una tassa su di essi, che andava in base alla grandezza: più grandi erano e maggiore era l’obolo da pagare. Spesso, un archeologo è riuscito a stabilire il livello di ricchezza del proprietario di una casa semplicemente osservando la grandezza dei tubi.
Queste case potevano essere riscaldante centralmente utilizzando un sistema conosciuto come ipocausto; posizionato sul pavimento, era mantenuto pulito e illuminato dagli schiavi durante il giorno. Veniva anche utilizzato per mantenere calda l’acqua nei bagni romani, in mancanza di acqua riscaldata in modo naturale.
Nelle zone in cui era arrivato il dominio dell’Impero Romano, è possibile osservare delle case tenute in buone condizioni, consentendo agli archeologi di farsi un’idea di come vivevano i ricchi. Alcune ville, abbandonate dai romani, furono ricoperte di terra in modo da intrappolarvi dentro gli spiriti dei proprietari. Tantissime varietà di case romane, tenute in buone condizioni, si possono osservare a Pompei.