Ti sei mai chiesto come si fanno i pellet e se fosse possibile crearli da solo, usando legna di scarto o materiale che hai già a disposizione? Se la risposta è sì, e sei nel posto giusto. In questo articolo ti spieghiamo in modo semplice, ma completo, tutto ciò che ti serve per produrre pellet in casa, senza bisogno di impianti industriali.
Il pellet è un combustibile naturale usato per alimentare stufe, caminetti e caldaie. È compatto, economico e facilmente conservabile, deriva da scarti vegetali compressi, come segatura o trucioli di legno. Autoprodurlo significa risparmiare e ridurre la dipendenza dalle fluttuazioni di mercato, in più, ti consente di valorizzare residui che altrimenti butteresti.
Vediamo insieme tutti i passaggi: dalla scelta del legno alla pressatura, passando per l’essiccazione e la conservazione finale.
Come produrre pellet in casa partendo da scarti di legno
La produzione artigianale del pellet parte sempre dalla raccolta della materia prima. In pratica, ti servono legna di potatura, ramaglie, trucioli o residui vegetali secchi. Tutto ciò che normalmente finirebbe bruciato o abbandonato può diventare, con un po’ di lavoro, combustibile per la tua stufa. È importante che il legno sia pulito, non trattato con vernici, colle o prodotti chimici. Quindi, niente legno verniciato, compensati o scarti industriali.
Il periodo migliore per raccogliere questo materiale è la primavera. In questa stagione puoi approfittare delle potature e iniziare ad accumulare legna in modo ordinato, lasciandola essiccare al sole. I cumuli vanno disposti in zone arieggiate, coperte ma non chiuse, in modo da favorire la perdita dell’umidità. Dopo qualche settimana avrai a disposizione legna asciutta e adatta alla trasformazione.
A questo punto, la legna va triturata in pezzi piccoli. Per farlo puoi usare una biotrituratrice, ma se non ne hai una puoi partire anche con strumenti da cucina molto resistenti, come tritacarne o frullatori robusti: una volta ottenuto un composto simile alla segatura, devi eventualmente setacciarlo per togliere residui troppo grossi.
Il passaggio successivo è la miscelazione con un legante naturale. Di solito si usa farina, amido di mais o fecola di patate. Queste sostanze, unite all’umidità residua del legno, aiutano a mantenere coesi i pellet durante la pressatura. Il composto deve risultare compatto, ma non troppo bagnato. In questa fase puoi aiutarti con uno spruzzino per regolare meglio l’umidità, aggiungendo poca acqua alla volta mentre mescoli.
Infine, arriva la pressatura vera e propria, che richiede una pressa apposita. In commercio trovi modelli anche per uso domestico, manuali o elettrici, con stampi che formano i classici cilindretti da 2 cm. Una volta pronti, i pellet vanno lasciati asciugare per almeno 48 ore, in un luogo asciutto e ventilato, oppure in forno a bassa temperatura.
Gli strumenti che ti servono per fare il pellet artigianale
Per ottenere un buon pellet fatto in casa serve un po’ di organizzazione e alcuni attrezzi. Non devi trasformare casa tua in una falegnameria, ma avere l’attrezzatura adatta ti aiuterà a velocizzare ogni fase. Alcuni strumenti puoi già averli, altri li trovi facilmente online a prezzi contenuti.
Ti serviranno:
- Tritacarne, trinciapolli o biotrituratrice per sminuzzare la legna
- Mulino o macinino per affinare la segatura
- Secchio e utensili per mescolare (bastone, paletta, cucchiaio grande)
- Essiccatore o forno per asciugare i pellet prima della conservazione
- Spruzzino per regolare l’umidità
- Pressa per pellet con stampi da 6 o 8 mm
La parte più delicata è la pressatura che non puoi improvvisare, ti consigliamo di acquistare una pressa manuale o elettrica, anche di fascia entry-level. L’importante è che sia compatibile con la densità del legno che usi. Esistono modelli da banco che funzionano con una semplice leva, ma se non vuoi acquistare subito, puoi provare a costruire un piccolo stampo artigianale, anche se sarà più laborioso ottenere un risultato stabile e regolare.
Con il tempo capirai come migliorare l’efficienza del processo e magari ti accorgerai che vale la pena investire in un piccolo mulino a martelli per tritare più velocemente, oppure ti basterà perfezionare il mix tra legno e legante per ottenere pellet più compatti.
Qual è il legno migliore per fare i pellet in casa?
La resa del pellet dipende in buona parte dal tipo di legno che usi, in commercio si trovano pellet di abete, faggio, quercia e miscele varie. Se invece decidi di autoprodurli, puoi scegliere in base a quello che hai a disposizione, ma conviene conoscere qualche regola generale per evitare errori.
I legni teneri, come l’abete o il pino, contengono più resina e questo li rende più adatti alla compressione, perché la lignina e la resina facilitano la coesione. I pellet risultano più compatti, omogenei e resistenti. I legni duri, come faggio o quercia, hanno un ottimo potere calorifico ma sono più difficili da lavorare. Puoi usarli, ma spesso è necessario aggiungere più legante.
Leggi il nostro approfondimento per meglio comprendere la differenza tra legni teneri e legni duri.
Un buon compromesso è mischiare le due tipologie: usa un 60% di legno tenero e un 40% di duro. Otterrai una resa termica elevata e una buona lavorabilità, mentre evita legno verniciato, compensato o MDF, perché rilasciano sostanze tossiche quando bruciano.
Se vuoi spingerti oltre, puoi provare anche con gusci di noci, nocciole, mandorle o scarti agricoli secchi, ma in quel caso devi testare l’umidità e calibrare bene la pressatura.
Conservazione del pellet: dove e come tenerlo al sicuro
Una volta prodotto il pellet, devi assicurarti che non perda le sue proprietà e tieni presente che l’umidità è il nemico numero uno. Se i cilindretti si bagnano, rischi che si gonfino, si spacchino o marciscano. Per questo motivo, è importante conservarli in modo corretto fin dal primo giorno.
Usa sacchi di juta o contenitori in plastica chiusi ermeticamente, tienili in un luogo asciutto, lontano da fonti di calore diretto o sbalzi di temperatura. Se possibile, evita il contatto diretto con il pavimento: crea una base rialzata con bancali di legno o cassette in plastica, in modo da proteggere il pellet anche dall’umidità che sale dal suolo.
Se produci grandi quantità, considera l’uso di sacchi sottovuoto o contenitori in metallo con coperchio. In ambienti umidi, puoi inserire anche bustine assorbi-umidità per maggiore sicurezza. Il pellet ben conservato può durare mesi senza alterazioni e sarà sempre pronto all’uso quando ne avrai bisogno.
FAQ – Domande frequenti
Posso fare pellet in casa senza pressa?
No. La pressa è indispensabile per dare forma e compattare il materiale. Puoi costruirne una rudimentale, ma non otterrai lo stesso risultato.
Che legante posso usare?
I più comuni sono l’amido di mais, la farina di grano o la fecola. Tutti materiali naturali che aiutano a compattare il pellet senza ricorrere a colle sintetiche.
Quanto tempo ci vuole per produrre pellet?
Dipende dal volume e dagli strumenti. Per piccole quantità, considera 2–3 giorni, inclusi essiccazione e conservazione.
Il pellet fatto in casa ha lo stesso potere calorifico di quello industriale?
Sì, se usi legno asciutto, ben tritato e lo pressi correttamente. La resa dipende molto dalla qualità della materia prima.
Posso usare carta o cartone?
Meglio di no. Bruciano male, producono molta cenere e possono rovinare la stufa. Il pellet va fatto con legno vergine e pulito.