La caldaia a condensazione rappresenta un sistema fortemente innovativo per gestire al meglio la crescente richiesta di risparmio energetico ed economico dei consumatori. La caldaia a condensazione rappresenta insomma il modello più all’avanguardia ed ecologico tra i sistemi di impiantistica, perché di fatto è l’unico tipo di apparecchio che cerca di sfruttare in modo completo ogni aspetto del carburante a disposizione.
Ma esattamente come funzionano queste caldaie? Il funzionamento delle caldaie a condensazione si basa fondamentalmente sul cercare di recuperare la parte di vapore acquo che di solito va a finire dispersa nel processo della bruciatura, catturandolo e reintroducendolo nell’impianto per poi trasformarlo in ulteriore energia.
In parole povere, l’esatto contrario rispetto a quello che accade nelle caldaie tradizionali: nelle caldaie “vecchio tipo” il vapore acquo esce infatti dal camino e si disperde nell’ambiente, per cui dà luogo ad uno sperpero di risorse che invece potrebbero essere ottimizzate con un apparecchio più evoluto! Rimanere aggrappati a degli impianti vecchi quindi non paga, perché con l’idea di risparmiare sull’acquisto di un nuovo impianto – che prima o poi dovrà comunque avvenire – si finisce col dover sostenere costi più alti praticamente all’arrivo di ogni bolletta!
Scegliere una caldaia a condensazione, quindi, conviene. E conviene principalmente per due motivi: per una ragione legata al risparmio economico e per una ragione di salvaguardia ambientale. Le caldaie a condensazione infatti permettono di risparmiare parecchi soldi sulla bolletta e al tempo stesso di non inquinare l’ambiente. C’è però un aspetto che va considerato per massimizzare questi fattori, cioè scegliere la tipologia di combustibile più adatta.
Bisogna sapere infatti che proprio in base al combustibile impiegato, si riesce a calcolare la possibile capacità di condensazione e di riflesso il relativo risparmio economico: da questo punto di vista è il metano il combustibile quello che offre una più alta percentuale di condensazione (il 10% circa), mentre il butano e il gasolio seguono rispettivamente con l’8% e il 6%.