Se andassi a visitare il negozio di Louis Vuitton alla Galleria Wednesday, più che ad un negozio di moda saresti propenso a vederlo come una galleria d’arte, sopratutto con l’arrivo dell’esclusiva collezione Objets Nomades. Iniziata nel 2012, la collezione è piena di arredi per la casa in edizione limitata. La collezione completa ha 25 pezzi, e 15 saranno ad Houston fino al 7 marzo. Dopo, la collezione andrà a Los Angeles, Chicago e Toronto.
Tutti i designer hanno utilizzato la pelle Louis Vuitton nei loro arredi per la casa, che spaziano dalle altalene all’aperto a sedie, sgabelli, tavoli e lampade.
Patrick Reymond, uno dei designer, ha parlato del suo lavoro di progettazione, di Louis Vuitton e di ciò che lo ispira: “Eravamo all’inizio della storia degli Objets Nomades. Siamo stati invitati da Louis Vuitton a visitare Asnières, una piccola città vicino a Parigi, dove vive la sua famiglia. L’officina ha lavoratori altamente qualificati che realizzano pezzi speciali. Siamo rimasti affascinati da queste persone ed abbiamo pensato a quando viaggiamo ed esploriamo, ad esempio in Africa, dove forse avremmo bisogno di avere con noi un posto dove dormire e un posto dove sederci”.
Il primo oggetto fu un piccolo sgabello pieghevole. Ispirato agli origami, una persona può portarselo dietro grazie alla sua piattezza. Il progetto ha avuto una durata di un anno e mezzo e sono stati creati molti prototipi.
“La forma segue l’emozione” ha continuato Reymond “e l’emozione è direttamente correlata al nostro processo. Ad esempio, se vuoi cucinare, devi prima assaggiare. Hai gli ingredienti per assaggiare cose diverse; stiamo facendo lo stesso con i materiali: li “assaggiamo”. Quindi per noi l’emozione è vedere il bel lavoro finito di un operaio altamente qualificato. Manteniamo questa emozione nella nostra memoria, e torniamo alla stessa emozione e la usiamo come ispirazione per altri oggetti. È tutto un processo di scoperta”.
Entrando nello specifico, Reymond ha detto che “l’amaca, ad esempio, ci ha ispirato l’idea di un utilizzare un pezzo di nastro di cuoio. Quella tradizionali ci piace sempre, ma quando abbiamo testato questa la comodità non era tale. Quindi dovevano trovare un modo di creare una figura tridimensionale. Un mio socio solitamente cucina un tipo particolare di pasta, le farfalle. Mettendola in bocca, non appare solo tridimensionale ma anche liscia e morbida. Ecco da dove ci siamo ispirati per creare un’amaca con una struttura tridimensionale in pelle”.