In attesa dell’inaugurazione della Torre progettata da Rem Koolhaas nella sede di viale Isarco (apertura prevista per il 2017), Fondazione Prada tenta il raddoppio a Milano con un nuovo spazio espositivo. Si chiama Osservatorio e nasce in Galleria Vittorio Emanuele II, cioè nel bel mezzo del “salotto buono” della città: si tratta praticamente della stessa location in cui la storica pelletteria aprì il suo primo negozio nel lontano 1913.
Osservatorio Prada sarà sicuramente un luogo deputato alla fotografia contemporanea e ai nuovi linguaggi visivi, ma servirà anche per diventare sede di un laboratorio di indagine sulle tendenze di mercato e sull’evoluzione della disciplina nell’ambito delle altre realtà creative. Così come si può evincere dal nome, la nuova galleria avrà un punto di vista assolutamente privilegiato sulla città: dall’alto della Galleria, con una superficie espositiva che tocca gli 800 mq, Osservatorio Prada occuperà due livelli al quinto e al sesto piano dell’edificio già animato dallo store uomo e dalla Pasticceria Marchesi. In pratica, proprio sopra l’Ottagono, in coincidenza con la cupola in ferro vetro!
Questo nuovo spazio espositivo prenderà vita dal 21 dicembre con la mostra Give Me Yesterday curata da Francesco Zanot, che si protrarrà fino al 12 marzo 2017. Give Me Yesterday sarà un’esposizione collettiva resa possibile da quattordici artisti italiani e stranieri che negli ultimi 20 anni hanno lavorato sodo per interpretare la fotografia come un diario personale, come una raccolta utile per tenere traccia delle esperienze di vita privata e dei normali capitoli del vivere quotidiano.
Così come spiegano gli organizzatori, l’esposizione in questione è stata allestita “in modo tale da lasciare libera la vista delle vetrate per permettere di scoprire non solo quello che è una sorta di diario intimo degli artisti fatto attraverso le loro foto, ma anche lo spazio”.
Per quanto riguarda il restauro in sé e per sé, Osservatorio Prada ha voluto preservare le strutture verticali portanti in cemento armato a vista, e non ha voluto toccare neanche i solai in legno e in laterizio, consolidandoli semmai con elementi in ferro. Per i pavimenti è stato recuperato il legno che permeava i rivestimenti originari, mentre i prospetti che si affacciano sulla famosa cupola della Galleria sono stati reinventati come ampie vetrate.