Il prato bruciato è un problema frequente che colpisce gli angoli verdi, e che fa sembrare il giardino trascurato e poco gradevole.
L’ingiallimento dell’erba può riguardare tutto il tappeto verde o solo delle porzioni; è importante capire quali sono le cause sottostanti questa condizione, per poter intervenire correttamente e riportare il prato alla sua bellezza iniziale.
Perché l’erba del prato si brucia?
Si parla di prato bruciato quando l’erba è secca e ingiallita. In generale, la prima causa è dovuta alla mancata o inadeguata concimazione, soprattutto in inverno, quando è più frequente commettere errori di fertilizzazione.
Durante la stagione fredda, infatti, il prato necessita di potassio e azoto, che devono essere dosati con gradualità, due elementi fondamentali per la crescita sana e il colore vedere dell’erba.
Ma vediamo quali sono le altre cause:
- Carenza di acqua che porta l’erba in uno stato di stress idrico che la fa seccare.
- Eccessiva quantità d’acqua che soffoca le radici e riduce l’ossigeno disponibile, causando marciume radicale.
- Eccessivo utilizzo di fertilizzanti che provocano un’alta concentrazione di sali chimici.
- Malattie fungine tra cui la ruggine del prato e la macchia fusarium.
- Presenza di parassiti come larve di scarabeo e afidi.
- Eccessivo calpestio del manto erboso, che non riesce a ricevere aria, acqua e nutrienti in modo corretto.
- Un pH del suolo inappropriato, terreni argillosi compatti o terreni sabbiosi eccessivamente drenanti.
- Temperature estreme, sia calde che fredde, possono stressare l’erba, che diventa secca e gialla.
Come riconoscere un prato bruciato: sintomi
Il prato è sottoposto a continui stress stagionali, in estate caldo e siccità, ma anche calpestio e sollecitazioni varie, mettono a dura prova la resistenza del tappeto erboso.
In autunno e inverno, l’erba deve fare i conti con l’umidità che attira insetti e vermi, fonte di nutrimento per le talpe che scavano buche nel giardino.
Fogliame, sbalzi termici e neve creano le condizioni ideali per lo sviluppo di malattie fungine che possono provocare la comparsa di diverse chiazze vuote o rade nel prato.
Queste sono sgradevoli alla vista e aumentano la possibilità di diffusione di muschio e infestante, motivo per il quale bisogna intervenire tempestivamente.
Erba bruciata: cosa fare?
Abbiamo visto quali sono le possibili cause dell’ingiallimento del prato, ora vediamo alcune possibili soluzioni per risolvere il problema.
Se il problema è lo stress da aridità, bisogna intervenire con le irrigazioni, che devono essere regolate in base al tipo di terreno, erba e clima.
Se il terreno è molto sabbioso, le annaffiature devono essere abbondanti per idratarlo in modo corretto.
Ad esempio, la Festuca Arundinacea, necessita di circa 3 litri di acqua al metro quadrato al giorno, mentre il prato inglese a foglie fine, 4 litri. Per un prato all’ombra, invece, sono sufficienti 2 litri al metro quadrato.
È sempre meglio annaffiare con quantità maggiori di acqua ma meno frequentemente, per favorire lo sviluppo di radici sane e vigorose e limitare la possibilità che si verifichino condizioni avverse come la comparsa di marciume e malattie fungine.
Se il prato è bruciato a causa del caldo, anche il taglio fa la differenza. Se è troppo basso, il tappeto erboso è più esposto ai danni causati dall’eccessiva temperatura.
In questo caso, è meglio aumentare l’altezza del taglio di qualche millimetro durante le stagioni più calde.
Frequenza e lunghezza del taglio dipendono dalla velocità con la quale cresce l’erba. In inverno è più lenta, per cui i tagli saranno meno frequenti.
Se le chiazze secche dipendono dall’eccesso di feltro o da una malattia fungina, bisogna intervenire con i trattamenti umettanti che, agendo sul terreno, eliminano ogni repulsività.
Dopo l’applicazione bisogna irrigare il prato con abbondante acqua. Se invece, il problema è causato dalla scarsa ritenzione idrica del suolo, che non permette alle piante di assorbire i nutrienti di cui hanno bisogno, sarà necessario applicare prodotti retentori d’acqua, che la trattengono rendendola disponibili, gradualmente, alle piantine.
Per il feltro, invece, è sufficiente arieggiare almeno una volta l’anno il prato, usando arieggiatori e rimuovendo foglie e detriti.
Se l’erba è ingiallita a causa della mancanza di nutrienti nel terreno, va effettuata una concimazione di reintegro di tali sostanze, in particolare, azoto, potassio e ferro.
A questa operazione, va aggiunta una concimazione autunnale con fertilizzante granulare a lenta cessione, che darà forza al tappeto erboso e l’aiuterà ad affrontare l’inverno.
Se l’eccesso di concime brucia il prato, bisogna rimuoverlo aiutandosi con l’acqua e poi procedere ad irrigazioni successive, ma con moderazione.
Se invece, in inverno, ci troviamo davanti a brina o ghiaccio, va evitato il calpestio dell’erba per non danneggiare gli steli.
Solo dopo che il freddo sarà andato via, si potrà effettuare una rullatura del prato, soprattutto dove il gelo ha causato zone ingiallite.
Se in inverno, invece, c’è neve, bisognerà lasciarla sul tappeto erboso per proteggerlo dai venti secchi.
Infine, se il prato è secco e ingiallito in uno o più punti, è utile procedere con la risemina, che permette di risanare l’aspetto del tappeto erboso e renderlo di nuovo compatto e omogeneo nella colorazione.
La risemina del prato va effettuata in primavera e, oltre a riparare i danni provocati durante l’inverno, lo prepara ad affrontare l’estate.